Che se ne fa uno della normalità in tempi come questi?
Ricordate quella noia h24 tutta occidentale? Rapporti noiosi, panorami sempre uguali, spettacoli noiosi che-ci-vado-per-forza, tanto dormire a teatro o a casa è uguale. Parafrasando un grande filosofo del ‘900: “I’m so bored with this world”. E invece… Ci sarebbe tanto bisogno di “Normalité” (scritto in francese, perché se c’è una cosa da salvare della Francia, sono i suoi “-té”). Può un Teatro pieno di persone, donne, uomini e ragazzi ridarci un po’ della speranza e della vita che ci è stata tolta, che ci viene tolta ogni giorno? La risposta la darete voi. Si usa dire che la vita è un circo, e proprio dalla residenza di un circo cominciamo la prima stagione dal vivo dopo due anni, dopo una pandemia e una guerra vicina (perché di quelle lontane, ce ne siamo sempre fregati abbastanza, no?). Storie gioiose o dolorose, acrobazie e gente seduta a un tavolo. Parrucche e capelli veri, unghie denti e sorrisi. Danza. Cose “normali” insomma…
Andrea Merendelli – Direttore Artistico del Teatro di Anghiari
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Spettacolo adatto a bambini fra gli 8 e i 100 anni
20 marzo
ORE 17,30
MyLaika! Kunst Cirque
WINTER
(WORK IN PROGRESS)
con Side Kunst Cirque / MyLaika
con Philine Dahlmann, Salvatore Frasca, Edoardo Demontis, Maristella Tesio
Tecnica Manue Guilbert
Coordinazione Nico Agüero
Assistente di creazione Giacomo Martini
My!Laika è una compagnia circense fondata nel 2008 che crea collage tridimensionali e assurdi di movimento, musica e immagine. I loro spettacoli si rivelano lunghe catene di associazione distorte, che collocando le loro discipline e le loro condizioni musicali in un contesto teatrale amorale, evitando la narrazione lineare e la comprensione immediata.
SINOSSI
I muri del corridoio lungo e nero erano tappezzati da quadri e stampe che raffiguravano l’edificio nelle varie epoche. (Tutto era particolarmente insolito). Avresti avuto voglia di esaminarli uno per uno ma non potevi distrarti lungo il lungo corridoio che portava alla stanza del pianoforte.
Che emozione si presenta alla vista del ritratto? Il grande quadro ad olio che ritrae l’Infelice, che con la mano tremante regge, fuori dalla vista, al di sotto della cornice, la pistola carica. Nel suo volto sono dipinti sentimenti e tutte le angosce di un mondo senza speranza, che si scioglie sin dalla sua genesi come un gelato al sole: gelida lei, sembra stia per augurare buon viaggio al suo più caro amico.
INGRESSO UNICO: 10,00 €
OMAGGIO IN ABBONAMENTO
17 marzo
ORE 21,00
PROIEZIONE SPECIALE
TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA dello Spettacolo di Teatro-Circo
POPCORN MACHINE
INGRESSO UNICO: 5,00 €
SALA AUDIOVISIVI DI ANGHIARI
26 marzo
ORE 20.30 e 21.30
27 marzo
ORE 16.30 e 17.30
Chiara Frigo
Marigia Maggipinto
Miss Lala al circo fernando
SINOSSI
Miss Lala al Circo Fernando è una performance che vede come protagonista Marigia Maggipinto, storica interprete della compagnia del Tanztheater di Wuppertal.
Come agli albori del Circo, gli spettatori si avventurano in uno spazio intimo per vedere da vicino “il diverso”, “il fenomeno”, nel nostro caso per la sua lunga esperienza di lavoro e di vita con Pina Bausch. Viene offerta una scelta di foto, un archivio vivente dal quale le persone del pubblico possono attingere. Frammenti, memorie, aneddoti, una replica a New York che non si può dimenticare e altre suggestioni. In base alla scelta istintiva delle persone, Marigia compone un racconto in tempo reale, in cui a tratti riemerge la sua danza. Non si tratta di commemorare, ma di rivivere ad ogni diversa sollecitazione quel bagaglio di esperienza artistica e umana.
Lo chapiteau di Miss Lala è una dimora calda, accogliente, in cui gli ospiti sono seduti attorno a un tavolo imbandito di foto e di scritti. È la sintesi del viaggio di un’interprete rara e preziosa, tutta da riscoprire, tra danza, teatro e narrazione, votata a decollare in un “numero di alto equilibrismo”.
FUORI ABBONAMENTO INGRESSO UNICO: 5,00 €
9 aprile
ORE 21.00
romina mondello
amami o cado
di Giovanna Mori
Regia Giovanna Mori
Romina Mondello è un’attrice sensibile e generosa. Pronta a mettersi in gioco su una scena quasi vuota. Sentimentale, lieve, buffa. Bella. Una specie di Gelsomina metropolitana, che passa da un letto d’amore a una balera di periferia dove anziane casalinghe ballano alligalli ferocemente allegri anche e soprattutto per mandare un po’ affanculo la morte che sta li dietro le loro, le nostre porte.
SINOSSI
Amami o cado è il racconto di una storia d’amore. Racconto per parole che diventano immagini per immagini che diventano emozioni. Storia che potrebbe essere successa a tutti che forse non è ancora successa a nessuno. Storia giocata, tra il vero e il falso e il falso e il vero. È la storia di Rosa che ha raccontato quella giornata d’amore alla regista e all’attrice perché ha ancora tutto nella sua mente.
Loro non potevano crederci, ma Rosa non dice bugie. Per essere sicure di quello che avevano ascoltato prima di raccontarlo, le due sono andate a cercare le prove. Le hanno trovate tutte. Al Motel, al Capannone, al negozio di regali. Al negozio dove lavora Rosa. Tutto vero. Confermato. Giorno. Ora. Agenzia. E allora hanno pensato che la vita è più forte pure della morte. Rosa, la nostra protagonista direbbe – senza dirlo perché lei vive ma non sa-: Guarda che è l’amore che è più forte della morte. Ed è per questo hanno deciso di raccontare questa storia.
INGRESSO: Intero 15,00€
Ridotto 10,00€ (soci Teatro / under18 / over65)
SINOSSI
La ricerca si è mossa attorno a una domanda: cos’è il vuoto? Il vuoto in quanto stato fisico, ma anche in termini esistenziali, e il vuoto nell’atto creativo. Il tema del vuoto, da cui gli artisti erano incoscientemente attratti e nel quale ci sono ritrovati immersi durante questa pandemia, ha iniziato a chiarirsi e a concretizzarsi attraverso un’esplorazione delle recenti scoperte nel campo della fisica sulle origini dell’universo.
Hanno rivolto il loro sguardo alla scienza, che nel corso dei secoli ha elaborato idee diverse, mutando di volta in volta la realtà, influenzando una visione del mondo, e riplasmando il nostro modo di percepirci, relazionarci e raccontarci. Questa esplorazione li ha condotti all’interno di due mondi solo apparentemente distanti: uno più matematico, legato agli aspetti scientifici, e uno più umano, connesso a una cultura remota, attraverso i miti fondativi. Le scoperte sulle origini dell’universo hanno ispirato la linea narrativa del loro lavoro, che si nutre anche di altre storie, legate a differenti mitologie. Hanno lavorato sul tempo, sul vuoto, il pieno, il denso e il rarefatto; sulla possibile relazione tra due figure attraverso rapporti geometrici e astratti, che si sono resi conto governare il macroscopico come il microscopico. Due figure che entrano in relazione, e poi in collisione, sviluppando rapporti e percorsi che si uniscono, separano o sovrappongono continuamente, in un gioco di riflessione e rispecchiamento che li ha condotti nella dimensione simbolica del doppio. Questo lavoro ha sollecitato una narrazione, che va al di là di una storia visibile: danza pura e frammenti di narrazione irrompono attraverso immagini legate ad alcune fra le storie più antiche, come pezzi di un’unica storia.
INGRESSO: Intero 15,00€
Ridotto 10,00€ (soci Teatro / under18 / over65)
SINOSSI
Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, scrive, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Moltiplica le parole su carta: scrive lettere, si rivolge ai familiari, agli amici, ai colleghi di partito, ai rappresentanti delle istituzioni; annota brevi disposizioni testamentarie. E insieme compone un lungo testo politico, storico, personale – il cosiddetto memoriale – partendo dalle domande poste dai suoi carcerieri.
Le lettere e il memoriale sono le ultime parole di Moro, l’insieme delle carte scritte nei 55 giorni della sua prigionia: quelle ritrovate o, meglio, quelle fino a noi pervenute. Un fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di arginare, silenziare, mistificare, irridere. Moro non è Moro, veniva detto. La stampa, in modo pressoché unanime, martellò l’opinione pubblica sconfessando le sue parole, mentre Moro urlava dal carcere il proprio sdegno per quest’ulteriore crudele tortura. A distanza di quarant’anni il destino di queste carte non è molto cambiato. Poche persone le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.
I corpi a cui non riusciamo a dare degna sepoltura tornano però periodicamente a far sentire la propria voce. Le lettere e il memoriale sono oggi due presenze fantasmatiche, il corpo di Moro è lo spettro che ancora occupa il palcoscenico della nostra storia di ombre. Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, in due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, Fabrizio Gifuni attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia d’Italia.
INGRESSO: Intero 15,00€
Ridotto 10,00€ (soci Teatro / under18 / over65)
SINOSSI
La vita ha un dente d’oro è un’antica espressione bulgara che non trova corrispondenza idiomatica nella nostra lingua. Oggi l’espressione non è più in uso ma pare venisse utilizzata per alludere al fatto che in tutto ciò che è vero c’è sempre un artifizio, una menzogna, un’alterazione d’organi. Ma è anche vero che le cose, a volte, sono proprio come sembrano.
Uno spettacolo di archeologia teatrale. Alle origini del gioco. Laddove nasce la tradizione ormai perduta. Il gusto ed il piacere della vera finzione. Quella autentica. Quella che privilegia il gioco e la santa idiozia. La fede nell’arte del fallimento. Insomma, signori, potrete vedere due attori. Certamente il gradino più basso dell’umanità, ma pur sempre due persone, due esseri, due esemplari di una specie in via d’estinzione. Fatta oggetto da qualche anno a questa parte, come ben sapete, di una caccia spietata. Coloro tra voi che ne sono ignari si chiederanno il perché. Perché mai questo accanimento? Forse per la pelle? Per i denti e le unghie? Per gustarne il rinomato fegato all’alcol? No signori. Le carcasse degli attori vengono semplicemente lasciate marcire al sole, soltanto dopo, però, aver tratto godimento dal loro dolore in seguito ad una qualsiasi frase irrispettosa nei loro confronti. Come, per esempio: «ma insomma basta con gli attori!». Ecco, una semplice frase come questa può produrre danni devastanti nella fragile ed aerea natura di questa specie.
E noi ne abbiamo individuato due esemplari apparentemente ancora in buono stato.
INGRESSO: Intero 15,00€
Ridotto 10,00€ (soci Teatro / under18 / over65)
Abbonamento alla Stagione
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5 Biglietti per 5 spettacoli
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+ Proiezione Circo del 17 marzo in omaggio